7 novembre – Chiesa Copta: Festa di sant’Anna

Pregando il rosario, accettiamo alla nostra povertà

Shutterstock/Roman Zaiets
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Come pregare il Rosario? Lentamente e senza dissociare i misteri che lo costituiscono. Il rischio è che questa preghiera diventi meccanica: «Pregando poi, non sprecate parole come i pagani» (Mt 6,7). Ma conviene non essere perfezionisti e accettare la nostra povertà in quanto il demonio cerca sempre di scoraggiarci.

Un giorno, una persona tormentata dalle sue distrazioni, chiese ad un religioso saggio che gli rispose con un pizzico di umorismo: «Lo sa, le persone che non hanno distrazioni nella preghiera sono quelle che non pregano… E poi una madre che ama il suo piccolo bambino è felice di tenerlo tra le braccia ma se lui inizia a voler scendere per giocare con il suo camion o con la sua bambola, ne sarà contrariata se non si allontana dal suo sguardo materno?»

L’adozione del rosario quotidiano è la porta stretta che pochi si degnano di imboccare perché si deve abbassare la testa, diventare docili o ubbidienti, farsi umili.

L’umiltà è quella santità senza la quale niente può entrare nell’eternità di Dio. Impugnando quest’arma quasi celeste riponiamo la nostra mano in quella di Maria e lei ci sosterrà nella grande prova di questo mondo e, come ha detto a Fatima: «Le anime che abbracceranno la devozione al mio Cuore Immacolato – la consacrazione a Maria, la devozione al Rosario e l’imitazione delle sue virtù – saranno gradite a Dio, come fiori che ho riposto per ornare il suo trono» (Apparizione di Nostra Signora di Fatima del 13 giugno 1917).

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