1 luglio – Chiesa armena: trasferimento del velo di Maria

Prima, non credevo nel Rosario…

Cecilie Paschner, cinquantunenne originaria della provincia di Cebu, nelle Filippine, è un’editrice in pensione e madre di tre figli. All’apice della sua carriera, 25 anni fa, dirigeva l’edizione di molteplici riviste locali. Un giorno decise di emigrare negli Stati Uniti, ma un simile cambiamento di vita e cultura aveva fortemente indebolito quanto restava della sua fede. «Non avevo alcuna relazione con Dio, perché negli Stati Uniti bisogna lavorare per sopravvivere», ricorda Cecile.

A marzo 2013 i medici le hanno riscontrato un enorme tumore maligno al seno destro. La diagnosi: cancro al seno di stadio 3. Cecile rifiuta la chemioterapia e la radioterapia e ritorna a Cebu, intenzionata a non morire lontano dal suo Paese natio. «Hanno rimosso la massa tumorale, ma il cancro ha creato metastasi a novembre 2015, attaccando il fegato e le ossa della parte bassa della schiena. L’oncologo ha decretato uno stadio 4», racconta.

È allora che Cecile Paschner riallaccia i rapporti con il Signore, partecipa ogni giorno alla messa e torna a osservare i sacramenti. «La mia medicina quotidiana era l’Eucaristia. Prima, non credevo nel Rosario, ma tenendo in mano la corona del Rosario ho iniziato a dormire meglio. Il cancro è un viaggio estremamente doloroso, ma non prendo alcun antidolorifico, perché ho il Rosario», testimonia Cecile.

Il 24 marzo 2018 il suo oncologo ha dichiarato che il cancro è sparito! «”Cancro” è una parola che fa paura, ma se includete Cristo potete fare qualsiasi cosa», ha aggiunto.

Rona Joyce T. Fernandez

Tradotto dal francese. Fonte: Sun Star

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