17 dicembre – Italia, Roma: prima chiesa consacrata a Maria

Perché sua nonna gli ha fatto conoscere Gesù e Maria

Durante la beatificazione di Nunzio Sulprizio, papa Paolo VI aveva affermato che questo giovane italiano era la dimostrazione che «la gioventù non deve essere considerata l’età delle libere passioni, delle inevitabili cadute, delle crisi invincibili». Al contrario, è un periodo «di grandi ideali, di generosi eroismi, di esigenze», aveva dichiarato il 1° dicembre 1963.

La vita del giovane Nunzio è segnata da una grande sofferenza, fisica e morale, ma anche da una vera resilienza. Nato il 13 aprile 1817 a Pescosansonesco (Pescara), Nunzio perde sua madre all’età di 6 anni, dopo aver perso suo padre tre anni prima. Quest’orfano è affidato inizialmente alla nonna, che gli insegna a cercare Gesù presente nell’Eucarestia e a invocare la Vergine Maria.

Ma la pia donna muore nel 1862; Nunzio viene quindi dato in affidamento a uno zio violento. Il ragazzo è subito ritirato da scuola per lavorare. Maltrattato da suo zio, si ferisce a una gamba e, fino al suo ultimo respiro, ne conserverà una disabilità.

Fortunatamente, Nunzio viene adottato da un uomo fortemente credente, Gaetano Errico, che gli trasmette una fede viva. Tuttavia, I medici ritengono che Nunzio sia incurabile e la salute dello sfortunato giovane si degrada. Muore il 5 maggio 1836 all’Ospedale degli Incurabili di Napoli, dicendo al confessore venuto a dargli l’estrema unzione: «Sia allegro, dal Cielo l’assisterò sempre.»

Nunzio è uno dei sette beati (insieme a papa Paolo VI e mons. Oscar Romero) che papa Francesco ha canonizzato il 14 ottobre 2018.

Tradotto dal francese. Fonte: Vatican News

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